lunedì 25 agosto 2008

Primo Triathlon….

Dopo l’esperienza della O-Marathon, nel luglio 2008 ho preparato il mio debutto nella disciplina del Triathlon scegliendo per l’occasione un super sprint e confidando che le misure “corte” sarebbero state un vantaggio. Nel viaggio d’andata ci fermiamo ad Acqui Terme, una bella cittadina con una fonte d’acqua caldissima nella piazza principale (ci sono anche le terme).
La località della gara è invece il Lago di Osiglia: una piacevole sorpresa (da visitare).
A tratti sembrava di essere in uno dei mille laghi della Finlandia e invece eravamo solo a 20 Km da Savona, nell’entroterra ligure.
Alloggiamo presso l’albergo Alpino, tenuto dalla pittoresca sig. Maria: tutto un programma.
Domenica 10 agosto è il giorno della sfida. Iscrizione seduta stante alla FITRI (6 euro) e 10 per la gara.
Anche qui una grande famiglia dove tutti si conoscono e si aiutano, ma ben quattro mi hanno chiesto la pompa per la bici e varie chiavi.
Partono al primo lancio i 100 migliori agonisti e dopo 4 minuti (in realtà dovevano essere 5) le donne agoniste e gli amatori (categoria in cui mi ritrovo a gareggiare).
La frazione in acqua, di circa 400 metri, era un quadrato “disegnato nel lago” in modo molto artigianale: due piccoli palloncini bianco e azzurro assolutamente invisibili da dentro l’acqua erano la prima boa.
Siamo in acqua per “scaldarci” e viene dato il via senza una minima preparazione, una linea comune di partenza. Come potete vedere dalla foto alcuni sono avanti un bel 50 metri.
E’ subito bagarre: 140 braccia che mulinano a tutta forza, piedi che sbatacchiano in modo disordinato, teste rasate che luccicano nel sole come boe, cerco di respirare e di vedere la prima boa: inutilmente. Mi ritrovo in un mare che frigge, immerso tra mille pirania che non risparmiano colpi. Impossibile cercare di tenere una nuotata regolare: penso solo a sopravvivere! Seguo l ascia come i salmoni speriamo di non finire fritti! La prima boa è letteralmente sommersa dai primi, nella seconda la barca d’appoggio è un buon punto di riferimento e poi finalmente un po di calma. Alzo la testa e mi accorgo che sto allargando troppo. Nel tratto finale provo a mettere il turbo, ma resisto poco perché il mio allenamento è stato più sulle lunghe distanze, mentre qui si viaggi a mille all’ora.
Mi trascino sulla piattaforma galleggiante (non esiste scaletta o altro) che immette al parcheggio con le bici. La testa mi gira dallo sforzo, faccio fatica a vedere dov’è la mia bici.Non avendo il costume trifase e non volendo esibire i gioielli di famiglia indosso addirittura l’accappatoio per cambiarmi. Mi rendo conto che ci metto un’eternità anche se faccio tutto in fretta. Corsa a fianco della bici, un bel salto in sella e via per la frazione di 10 km. I primi sono lungo il lago, belli e pianeggianti. Inizia poi la discesa tra le macchine dei turisti della domenica!!! Ai tornanti e nelle curve si rischia parecchio. I più forti (e partiti 4 minuti prima) stanno già affrontando la salita. Arrivo al giro di boa che è situato nientedimeno…che in mezzo alla strada dove un omino cerca di districare il traffico delle auto, moto, caravan in salita e in discesa e di noi poveri ciclisti. A dir poco assurdo ed estremamente pericoloso (erano in gara anche ragazzini/e). In salita comincio a recuperare posizioni su posizioni. Arrivo al cambio e mi accoglie una bolgia dantesca, infatti sta concludendo la sua fatica il primo degli agonisti. Correre così veloce che faccio fatica in bici a superarlo!!! (è un russo di nome Polikarpenko Vladimir che vince con 37’ 03). Il pubblico, gli atleti, i curiosi, i bambini: tutto in mezzo alla strada (aperta al traffico domenicale!!!). Parto in un battibaleno per la frazione di corsa: l’ultima fatica. 4 km intorno al lago con alcuni saliscendi. All’inizio cerco di tenere una falcata lunga, ma la fatica mi azzanna le caviglie e così decido una corsa “da orientista”. Il passo molto più breve e la frequenza più alta. Sento il ritmo, comincio a superare le persone, la testa fa fatica a mandare avanti le gambe: perché? Non ci sono punti da trovare, non ci sono montagne da scalare, penso solo a finir prima questa fatica. Sprint alla fine micidale e una sola frase: mai più! Tempo finale:50’ e 47’ in classifica generale sono 59 su 133, sesto posto tra i non agonisti.

mercoledì 6 agosto 2008

3° tappa Francese

Sul sito francese c'è un piccolo video della prima giornata: un sacco di persone che camminano sotto un sole cocente, un sacco dipersone perse che cercano di capire dove sono leggendo la cartina e scuotendo la testa e un po di atleti che corrono come matti saltando da un sasso all'altro.
La terza tappa vede una cartina molto tecnica: una marea di sassi giganteschi in una distesa di mircro boschi verde tre e un giallo vaniglia che rende tutto ancora più difficile.
Grandi prestazioni per Daniela 39° e per Luca 57° (quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare) e la classifica generale per ora è la sequente: Daniela 48° e Luca 54°.

martedì 5 agosto 2008

Notizie dalla Francia

Ecco i risultati delle prime due tappe:
Tappa UNO
D 45 Dani arriva 58° con 1.32.50 su 92 partenti
M 45 Luca (grande gara) arriva 44° con 1.32.32 su 147 partenti: Bella prova.
Tappa DUE
D 45 Dani conferma la sua forma con un 55° e con un tempo di 1.28.27.
M 45 Luca tradito dalla foga arriva 97° con 1.35.53.

domenica 3 agosto 2008

O-Marathon FOLGARIA: buona la prima


Per quest’estate niente più giorni in programma e così decido di provare una preparazione specifica per questa Prima maratona d’Orientamento. Allenamenti alle 8.30 di mattina (come il giorno della gara), percorsi lunghissimi, studio delle cartine di gara, integratori ecc. Venerdì sono a Lavarone e faccio un piccolo allenamento e bagno nel laghetto: una goduria. Sabato il prologo, purtroppo quasi tutto nel centro cittadino, con una cartina stampata non tanto bene, dove i cerchietti e i numeri/codici erano sottili e invisibili. Poca possibilità di scelta o senso orario o antiorario: io opto per il primo.
Gara tranquilla, corsa a velocità media e sicuro sui punti, ma così sicuro che a un certo punto… non mi raccapezzo più. MI perdo tra i verdi privati, le stradine, i recinti e sbaglio anche la successiva, così nel finale accelero un po’: vincendo. Siamo in attesa di Ale, che arriva dopo il lavoro appena in tempo per il suo lancio nell’elite “mondiale” (la sua gara su blog).
Domenica con un tempo uggioso e triste e 19 gradi siamo al forte Chele tra mucche, asini albini e un manipolo di temerari pronti per questa nuova esperienza orientistica.
Si parte con lunga tratta in salita. Subito sono nel gruppo di testa insieme a Rudy (il più temuto), Casagrande e Carboni. Erba bagnata e le scarpe che fanno ciac ciac, chissà se tengono?
Per andare al grappolo opto per la costa e poi il sentiero, sempre dietro ai due cavalli di razza.
Le tre farfalle ci dividono e qui comincia la vera gara. Al primo punto sono molto lento e così pure il secondo: ho paura di sbagliare e di pascolare a lungo. Devo ancora entrare in carta nell’orientamento fine. Nel secondo farfalla sono più sicuro, avendo già studiato il percorso da fare. Incontro Carbone che STA GIA’ andando via per il cambio carta: non pensavo di aver perso così tanto!!! Il rientro sembra così scontato, facile, si ritorna alla lanterna del loop..cosa ci vuole. Si abbassa la concentrazione e l’errore è dietro al pino. Ultimo giro e sono insieme a Carbone (!!!!) troviamo la prima facile, mentre la seconda ci tiriamo a vicenda andando lunghi…
Riparto per la sequenza in linea: vado ad azimut e riconosco bene il terreno bellissimo.
Si sale fino al sentiero, ma confondo una curva con quella della lanterna e mi ritrovo a pascolare, per fortuna non riconoscendo il luogo torno sul sentiero e avanti a pedalare fino alla curva giusta
Per salire alla malga decido di tornare indietro per il sentiero dove incontro altri concorrenti e salire per la traccia di sentiero quasi in verticale. Attraverso le rocce con arrampicata da alpinismo (che fortuna aver fatto le due scalate alla Grigna e al Resegone). Poi bosco e il prato non si vede? Non ce la faccio più. Non vedo l’ora di arrivare in cima. Finalmente eccolo cominciavo a dubitare delle mie capacità. Il sentiero e Rudy che galoppa verso il tratto in carta bianca/nera.
Sembra facile: sentieri verso sud e la strada asfalata come linea d’arresto.
Ma qui vedo solo prati e pur facendo azimut mi ritrovo in cima ad una parete di roccia di 20 e più metri: che fare? Qualcosa mi dice che non va bene e così mi sposto verso est, anche perché la pozza d’acqua e lì vicino al sentiero.
Trovo un cancello per le bestie e una traccia un sentiero?BOH. Lo prendo e scendo anche se non mi corrisponde niente con quello della cartina. Dove sono? Esco in un mare giallo di prati e non so dove sono. Seguo il sentiero, che mi sembra giusto anche se vedo un impianto di risalita, ma non è nel posto giusto!!!! Non vedo nessuno: aiuto! In fondo all’orizzonte ci sono le casette della base Nato, ma allora sono troppo a destra, in altre parole sono fuori carta!!! Complimenti. Arrivo ad un bivio e lo riconosco. Tutto magicamente torna al suo posto e sono (quasi) sicuro di essere sul sentiero giusto. Corro, curva e la tenda con il ristoro e il cambio carta. Rimbocco il camel bag e mangio la barretta superenergetica. Mi raggiunge Frizzola che riparte subito. Studio la carta e il primo punto è la buca che ai campionati italiani mi ha fatto perdere 12 minuti perché attaccata in costa. Decido così di prenderla da sotto, dall’angolo sentiero e quella striscia di giallino che sembra una ciglia. Arrivo alla buca sotto e poi vedo Rudy che va e timbra a pochi metri da dov’ero. Si sale per il grappolo: siamo in tre. La prima non rischio e la trovo, la seconda mi sembra facile e anche qua in una gara passata mi sono perso e infatti non trovo la lanterna. Sto tranquillo. Ritorno indietro cercando un punto d’attacco migliore: la curva sentiero. Pochi passi e vedo la lanterna nella grotta. Secondo giro facile: tutto dritto ad azimut, sul bordo prato. Peccato che arrivo leggermente a destra e vado a destra quando la mia lanterna era a pochi metri di distanza a sinistra. Riconosco il terreno e torno indietro.La vedo. Rischio l’altro punto perché pur non leggendo la cartina confido nella legge non scritta che se una la manchi di poco l’altra la trovi subito perché ti verrà addirittura incontro!!!! Sono fortunato e la trovo subito. Ritorno al loop e quasi mi dimentico di timbrare la lanterna. Poco più avanti vedo Rudy perso dove mi sono perso io prima. Sono tranquillo vado per la mia strada non pensando altro che alla mia gara. Non rischio, ma arrivo diritto come un fuso alla lanterna. Da qui mi butto giù a casaccio . Esco nel prato e non sono sicuro di dove sono. Gli alpini festeggiano ad un rifugio, deve essere questo in carta. Si. Li in basso il posteggio, la pista di sci e poi il cambio carta: l’ultimo.
Parto di corsa per il tratto di 3,2 km su strada, leggendo la carta e constato che fino al grappolo sarà tutta discesa: meno male! Le bandierine segnalatrici dopo un inizio festoso sparisco e i dubbi mi assalgono. Certo che la strada è lunga: corri Angelo. Ad un bivio sono tentato di cercare la lanterna, ma poi vedo altre bandierine che mi segnalano di proseguire: è proprio vero che sotto sforzo non vedi neanche “il duomo di Milano”. La leggera discesa mi fa correre come il vento. Finalmente sono in carta e il primo punto è facile. Scendo lungo la pista da sci. Devo zizzagare come nello sci perché le gambe non tengono la velocità che si ottiene correndo per la massima pendenza.
Attacco il punto due dal sentiero, ma mi trovo una montagna di alberi devo aggirarli. I punti in discesa sono a rischio. Vedo lento come una tartaruga, ma prendo il punto subito. Scendo e so che anche questa tratta non sarà facile. Rimango un po alto, in costa e procedo lento leggendo moltissimo la cartina quasi nel cercare in essa la risposta. Non sempre sono sicuro di essere in un certo punto. Alla fine eccola lì. Timbro e schizzo giù fino la sentiero e all’ultimo grappolo. Sono sempre solo a parte i cercatori di funghi o i turisti che mi fissano un po straniti. Per il Primo punto scelgo il sentiero (massima sicurezza) poi i pratoni e lanterna tra due muretti . Risalgo al punto e ultima farfalla. Zona di radure tra il verde: vado piano piano e tra l’erba alta con la coda dell’occhio vedo la stoffa arancio e bianca la mia lanterna bella “nascosta”. Muretto nel bosco bianco e poi mancano solo le tratte diritte. Al loop vedo Rudy e altre persone. Scendo per la strada asfaltata e la 11 è cancellata? Che fare? Nessuno ha detto niente: ma la cartina vale e così procedo. Rettilineo in discesa per arrivare al centro storico di Folgaria. Le gambe girano, ma l’impatto con la strada asfaltata e i piedi sono dolori e mi offrono una visita gratis al planetario. Rettilineo finale tra una fiumana di persone dedite alla vasca. Arrivo, timbro e lo speakers che annuncia il mio primo posto e Rudy dov’è? Ho una paura matta di aver saltato o timbrato una lanterna sbagliata perché non ho quasi mai controllato i codici (che barba aprire e chiudere la cartina e riorientarla ogni volta). Occorre aspettare 18 minuti per Rudy (purtroppo squalificato per punzonatura errata) e subito dopo Frizzera, Huelle e tutti gli altri.
Grande gara. Ho corso al mio ritmo e sempre concentrato sulla carta e sulla gara. Anche la solitudine mi ha aiutato parecchio, oltre agli allenamenti fatti.

Super Massimo è SECONDO alla grande in Germania

Ci eravamo lasciati alla terza tappa e in un crescendo imperioso, autoritario, deciso Massimo è arrivato 3° nella 4 tappa e 2° nell'ultima tappa conquistando la medaglia d'argento nella classifica finale in M 50 (dietro ad un Britannico).
Rosella ha navigato + o - intorno alla quarta posizione sia di tappa che di classifica generale. Non ha tentato l'impresa (nell'ultimo giorno) di acciuffare il podio e la medaglia di bronzo recuperando il gap di 30 minuti dalla terza.
Da Sabato sono in gara un'altra famosa e forte coppia del Varese Ori: Luca e Daniela (al rientro nelle gare ufficiali) nella 6 giorni di L'Averyron in Francia. Siamo in attesa di risultati delle due prime prove.

Si troveranno a correre su Terreni veramente inusuali per noi.