lunedì 27 ottobre 2008

Medaglia d'oro in Coppa Italia MTBO M45

Giornata da incorniciare sotto tutti gli aspetti: per la bellezza del lago di Fimon inserito in un anfiteatro naturale dato dai colli Berici, per la prestazione fisico-tecnica nella gara e nella classifica finale di Coppa Italia.
Il viaggio passa velocemente grazie alla compagnia di Licia, mentre Paola sente le “bolle” del futuro arrivo.
Siamo in un piccolo paese a sud di Vicenza con una piazza molto graziosa, una piccola bomboniera illuminata da un tiepido sole.
Si parte dal piano per salire in cima ai colli e scendere dall’altra parte per ritornare al ritrovo che era anche l’arrivo.
A esser sinceri avrei sposto la partenza più in alto per potermi giocare un po di dislivello in gara, ma ritorniamo alla gara. La cartina è in scala 1:20.000 appena omologata e ben disegnata per quanto riguarda la leggibilità della stessa. I primi punti sono tutti in salita e decido di non spingere a fondo per tenere gambe e soprattutto testa fino alla fine visto che si preannuncia una gara LONG.
Per la 5 decido di stare sulla strada asfaltata per non complicarmi la vita con i sentierini puntinati: come saranno? Le curve di livello sono ogni 10 metri, molto leggibili ma si sentono!!! Trovo parecchi concorrenti che stanno risalendo spingendo la bici: loro si che hanno fatto il puntinato.
Effettuo un dentro e fuori (ce ne saranno altri) via per la 6 sapendo che ho già recuperato sia Bepi e ho Scuratti nel mirino.Alla 6 lo raggiungo e poi insieme pedaliamo verso la 7 sapendo di stare attento perchè ci sono parecchi bivi/incroci. Si viaggia in coppia e non riesco a staccarlo. Per la 8 occorre fare un puntinato, ma in realtà ho visto che molti di questi puntinati sono risultati decisamente scorrevoli. In una strettoia con scalini scendo dalla bici e non vedo un fil di ferro teso altezza occhi che mi stende lasciando un bel segno sulla fronte.
Per cercare di stare da solo e ragionare con la mia testa e al mio ritmo gara, corro a strappi e vado in affaticamento oltre ad essere impreciso. Per la 9 decido di fare il sentiero invece che la strada e mi infilo in una bella stradina che diventa un sentiero tra rovi con fondo sconnesso. Ma dove sono? Non mi corrisponde con la cartina, la direzione è giusta ma non mi ritrovo (dopo mi sembra di aver captato che la stradina non è stata disegnata perché era strada privata!!! E d ali non bisognava passare!!!).
Sto quasi decidendo di girare la bici e tornare indietro quando incrocio un sentiero e intravedo dei concorrenti: sono giusto, ma ho perso un po di tempo. Spingo per andare alla 9 ma il sentiero e stretto e lo stiamo percorrendo in un numero industriale di persone nei due sensi. Pericoloso. Mi sembra di vedere Stefano Demattè, ma non era partito per primo?
Per la 10 vado così forte (60 km/h in discesa) che non vedo l’imbocco e così devo tornare indietro in salita, facendomi ancora una volta superare da Scuratti. Arriviamo poi insieme alla 12 e trovo davvero Stefano. Decidiamo di rischiare la discesa con il puntinato ed è uno stress non da ridere: sassi in quantità industriale, aguzzi, friabili,pericolosi (chissà se avesse piovuto?) e con rovi ai bordi. La bici tiene abbastanza anche se non ho le gomme adatte avendo preferito quelle più da strada che quelle artigliate. Finalmente tiro il fiato perché siamo arrivati al piano e da qui solo lunghissimi rettilinei pianeggianti. Si tira a vicenda e si pedala a tutta birra. La 13 non è posizionata giusta perché la lanterna è sul ponticello quando dovrebbe essere al bivio strade (ma era comunque visibilissima), invece “salto” quasi la 100, che in realtà era la 150 e che in cartina era introvabile. Apro una parentesi: numeri e cerchietti poco visibili e l’ultimo punto non è possibile metterlo ad uno stop all’ingresso di una rotonda con viabilità normale e sulla strada!?!. Poi: l’arrivo poco leggibile e “pericoloso”.Premiazioni anticipate e “veloci”, con Stephen e Cole andiamo al lago per due chiacchiere, una pizza, una torta, un caffè e un te, naturalmente tutt’insieme.

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