lunedì 3 marzo 2008

4° Ciaspolada all'Alpe Devero

Dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno…
Dal Parco delle Cave all’Alpe Devero.
Orienteering batte ciaspolada infinito a zero?
Ai posteri l’ardua sentenza!


1167 iscritti

701 uomini

466 donne

Vincitore 43'29

Prima donna 47'29

Nome tempo classifica generale classifica di categoria

Umberto 59'29 38 (34)

Angelo 59' 35 41 (37)

Alessandro 1.11.51 139 (127)

Massimo 1.13.51 150 (137)

Daniele 1.31.18 298 (255)

Rosella 1.34.46 318 (49)

Federica 1.42.32 396 (77)

Un weekend sportivo molto intenso e a tratti contrastante.
E’ sempre difficile confrontare due competizioni sportive così diverse e lontane, ma avendole vissute a poche ore di distanza l’una dall’altra perché non provare?

Orienteering
Sabato mattina ritrovo a Milano, in via delle Forze Armate, per l’allenamento “Milano nei parchi”. Una mezz’oretta di strada in moto e sono tra tanti ragazzini e tanti amici, mentre una nebbiolina intristisce e opacizza un pallido sole che cerca di bucare le polveri sottili indifferenti all’ecopass morattiano, forse non sanno leggere!
Ad accogliermi il sorriso radioso di Martina e tanti soci dell’UL: Marco, Adele, Lucia e Matteo.
Pochi dettagli, visto che i comunicati si trovavano sul sito e poi via al cancelletto di partenza con uno Stefano Galletti ancora con gli occhi lucidi per la giornata di “gloria” trascorsa con due/tre campionissimi dell’orientamento e sicuramente ancora in piena euforia.
Ciaspolada
Una trasferta “ottimistica”, all’insegna del “speriamo di non bucare” (in altre parole siamo senza ruota di scorta) e “speriamo di trovare distributori aperti” (in altre parole siamo in riserva), ma il tutto compensato da un’ottima compagnia di viaggio (Ale e Federica) e soprattutto del nuovo CD di Elio e le storie tese (sarà così anche per noi?).
Novanta minuti per arrivare al parcheggio (quello più in basso). Il bus navetta, nonostante il costante andirivieni, non riesce a smaltire la coda e così perché non fare due passi in salita per raggiungere la splendida conca dell’Alpe Devero?
Ci si riscalda a sufficienza, peccato che manchi più di un’ora al via).
Iscritti nei tempi previsti dall’organizzazione da Rosella-Ticket-One, siamo fuori dai numeri aventi diritto al “pacco gara” (ottime cose da mangiare) e naturalmente senza nessun sconto sul prezzo dell’iscrizione: 9 euro per il “solo” pettorale e anche per il “pacco”.
Ritrovo presso un albergo aperto per l’occasione, ma decisamente fatiscente e mal messo: in disordine, sporco e sovraffollato come non mai. Mi illudo di essere ad una gara di orientamento perché vedo e saluto Stefano (non Galletti, ma Gottardi), Alessandra, Paolo, Cristina, Scuratti (Ori Como) e Davide.
Per fortuna il tempo ci assiste, il sole comincia già a scaldare parecchio e le montagne intorno a noi si ergono in tutta la loro serietà e magnificenza: l’Alpe Devero è sempre bella e unica.
Siamo al record per questa 4° edizione: più di 1250 iscritti, che piano piano si preparano sotto l’arco gonfiabile della partenza (e dell’arrivo), ma questa si fa proprio attendere. Il via viene dato con 10 minuti di ritardo non senza qualche critica: un gruppetto di atleti ha continuato a riscaldarsi sul rettilineo di partenza fino a pochi secondi dal via, per poi piazzarsi davanti alle persone che da tempo si erano posizionate sulla linea di partenza! Malumori e l’organizzazione che provvede a spostare la partenza una decina di metri più avanti. Molto discutibile il fatto che nelle prime linee erano presenti di tutto e di più: dai bambini di 5/6 anni ad atleti fortissimi (si dice il vice campione del Vertical Race di Milano), la campionessa di skyrun europea; terza e quarta età, mamme in gita turistica ecc. Un via senza patos, quasi nell’indifferenza e in affanno (visto il ritardo) ci metteva tutti a ciaspolare lungo uno stretto sentiero con ingorghi degni del sabato pomeriggio in città e con poche possibilità di superare, a meno di voler includere anche il nuoto con ciaspole!

Orienteering
Primo giro con cartina e sequenza libera. Ritmo medio e memorizzazione delle lanterne in previsione del secondo giro. Tanti bambini alla ricerca delle lanterne in un’alternanza di “siamo qui, adesso andiamo da quella parte” e “mi sono perso, dove siamo?”. Grandi consulte, grandi corse e poi le urla per il ritrovamento della lanterna.
Purtroppo tanti ragazzi delle superiori in versione “peggio di così si muore” o come si diceva una volta “sbragati all’inverosimile”. Presenti solo per “saltare” una mattina di scuola: jeans larghi e con il cavallo a livello delle ginocchia, cappellino appoggiato sulla testa con visiera “accartocciata” (non li vedevo più dai tempi della naia e solo i nonni potevano permetterselo), sigaretta in mano (sia ragazzi che ragazze), scarpe larghe e rigorosamente slacciate, linguaggio da “coatti” dove si intercalano ad alta voce alcune parole di senso compiuto alle parolacce.
Mi sono distratto e sono andato lungo. La cartina non si legge molto bene, provo a tornare indietro e verifico l’incrocio, ma ecco che arriva Arosio e mi chiede se ho visto la 10. “No”, rispondo, ci devo ancora andare”. “L’hanno asportata!”, ribatte. Intanto troviamo la 11, gettata come un rifiuto nei rovi. La riposizioniamo e riprendiamo la corsa.
Ad alcune lanterne trovo dei gruppi di ragazzi/e che si riposano (sempre se lontanamente hanno mai corso), socializzano, seduti presso la lanterna, tirando grandi boccate di fumo. A tratti “sbeffeggiano e deridono” chi corre e cerca di finire il percorso nel minor tempo possibile o danno indicazioni sbagliate: ridendo poi sguaiatamente.
Concludo il primo giro in 32 minuti circa.
Ciaspolada
La salita è dietro al primo rettilineo. Si sale secchi, il gruppo comincia ad assottigliarsi. Il ritmo cala, il cuore pompa, le gambe spingono, mentre le racchette (su consiglio di Max) svolgono egregiamente il loro lavoro facilitandomi la salita.
Nel piano per arrivare a Crampiolo non riesco a stare dietro ad una ragazza, mannaggia ma quanto va! La rivedrò solo al momento delle premiazioni: è lei la campionessa europea e mi rifila più di 10 minuti!!. Complimenti!
Altra salita verso la diga. Recupero posizioni grazie alle racchette. Cerco con più assiduità di bere dal camel bag, manca ancora tutto per il ristoro.
Un forte vento mi investe una volta che raggiungo la scarpata della diga e mi tuffo nel lago ghiacciato. Ormai siamo sgranati come perle di un rosario, nel bianco del lago. Tanti piccoli punti che si muovo all’unisono. Il vento e freddo, ma sotto i piedi l’acqua azzurra schizza via in un pantano pesante e fastidioso. Aggiro l’isoletta e mi dirigo verso il secondo pezzo delle diga. Qui il vento ha lasciato il posto ad un sole tropicale. Sono in un mare di sudore. Faccio fatica a spingere avanti. Cerco un po’ di neve solida ai bordi del sentiero/fiume ma la fatica è la stessa.

Orienteering
Appena arrivo lascio la cartina, prendo il testimone nuovo e riparto per il memory. Mi sembra facile. Ripeto il percorso appena fatto cercando di migliorare ancora di più la strada. Trovo le lanterne che nel primo giro erano sparite, ma altre sono state imboscate e dopo breve perlustrazione infruttuosa riparto maledicendo i “soliti ignoti e ignoranti”. Con la descrizione punti e il codice non ci sono grossi problemi a ritrovare tutte le lanterne.
Peccato che alla fine, in un esubero di impeto, tre ragazzi si buttano sull’ultima lanterna per timbrarla per primi e ovviamente rompono il bastone di alluminio. Attacco la pinza che tristemente penzola dall’albero e avverto l’organizzazione.
Un bel sole mi riscalda al ristoro. Qualche minuto in meno nel secondo giro (credo sotto ai 30’)
Totale tempo 59 minuti
Km 10,3
Bpm 146 media
Velocità media 10 al km

Ciaspolada
Inizia il ritorno ma non ne sono così sicuro e tra l’altro sono convinto che sia tutto in discesa. Il sentiero diventa sempre più una traccia, sempre più tortuoso. Brevi ripide discese. Curve e tornanti. Saliscendi continui.
Sicuramente la parte più bella dal punto di vista del percorso, ma diventa quasi impossibile superare: se non stai attento finisci a faccia in giù nella neve o ti si sgancia una ciaspola.
Arrivo al ristoro: lo salto perché mi sembra di vedere solo del the e ho ancora la mia piccola riserva sulla schiena.
Attraverso dei momenti di crisi, di stanchezza ma soprattutto di noia. Sono stufo di sentire il rumore ritmico, cadenzato, costante, ripetitivo, a tratti ossessivo delle ciaspole che sbattono sul terreno. Sono stufo della discesa in una neve che dire fradicia è solo un complimento. Le mie energie si stanno esaurendo velocemente come le riserve d’acqua e sali. Sono proprio stufo di correre, in più non ho idea di quanto manca. L’orologio computer scandisce solo il tempo trascorso (l’anno scorso la gara era stata fatta da Max in poco più di 40 minuti e adesso sono già vicino ai 50’) e le pulsazioni sono costantemente sopra le 170. Salita e discesa, boschetto, curva e salita, discesa, tornante. Il sudore mi fa bruciare negli occhi, sarà forse per questo che non vedo l’arrivo?
Riconosco i tratti di strada fatta poche settimane prima durante l’escursione con ciaspole con Max e Rosella o la camminata dell’estate scorsa con Paola. Non dovrebbe mancare molto. Ad un tornate vedo un atleta che sta recuperando alla grande in piena foga agonistica: scarpe gialle della Adidas, tuta bianca, azzurra e arancio, testa pelata con leggera barba e ghigno di fatica ma di grande soddisfazione nel recuperare posizioni su posizioni. Non può essere che il Dipa. Già l’anno scorso Massimo in uno sforzo tremendo era riuscito a staccarlo nel finale e adesso tocca a me. Tanta fatica, tanta sofferenza e le forze giovani, il fisico possente è li alle mie spalle pronto a superarmi con la battuta a fior di labbra. Non ci sto! Io non ci sto! Riprendo a correre come un matto. La discesa mi viene incontro alla velocità della luce, calcolo che manca poco all’arrivo e con questa andatura non riuscirà a prendermi.
Finalmente sono sulla piana del Devero e in fondo intravedo l’arrivo. Ultimi 100 metri, scatto finale per mantenere la posizione, davanti a me per pochi secondi Umberto e il tempo è appena al di sotto dell’ora di gara. Non male.
Solo dopo aver tagliato il traguardo mi accorgo che quello che mi ha inseguito con tanta foga non è il Dipa ma un suo sosia…
41 classificato su 1167
Tempo 59.52
Km 8,03
Velocità media 8 Km
Bpm 170 al minuto
Salita 585 metri


Premiazioni Ciaspolada

Ristoro super. La sete/fame si fanno sentire: prendo un abbonamento mensile di te caldo, di biscotti, di merendine buonissime, di cioccolato. Piano piano arrivano tutti gli altri. Le sensazioni, gli umori, le vicissitudini sono molte diverse le une dalle altre. Un bel sole ci riscalda e abbronza, mentre l’aria è pervasa dall’odore delle salsicce che cuociono sulla brace. Le premiazioni si fanno attendere, come per la partenza. Confidiamo in uno dei premi a sorteggio ma la fortuna questa volta guarda da un’altra parte e così ci incamminiamo verso le auto e verso le nostre case, in attesa della prossima gara…naturalmente di orienteering.

1 commento:

ale ha detto...

Oggi sono andato a cambiare la gomma, non temete, mentre il cd di Elio è sempre nella mia autoradio!

Alla prossima e grazie per la bella compagnia!