JK 2008 day 3
Il tempo è un disastro. Il freddo è li che ci attende appena usciamo dal B&B: 2 gradi.
Lasciamo Remo e Luisa (sempre più sconvolta dalla situazione e alla sua prima esperienza orientistica) in una landa desolata e immacolata dalla copiosa neve che sta cadendo. Al ritrovo alcuni “matti” stanno ancora sistemando la partenza per il trail-o che comunque si farà!!!!
Noi andiamo in cerca di Raffaella e Andrea tra le tende inglesi, ma senza successo, mentre nevica ininterrottamente.
Per fortuna la partenza dista solo 600 m dall’auto e così non devo patire troppo. Al mio minuto non vengo chiamato dal responsabile della partenza (chiuso in una tendina rubata ai sette nani a sgolarsi a chiamare tutti gli iscritti per nome: circa 3000 persone vedete un po voi) e parte il panico. Afferro al volo due parole inglesi, retaggio della scuola, e chiedo il perché non ci sono. Per fortuna la responsabile ai ritardi ( o forse ai ritardati come me) scopre che parto non alle 10.20 ma alle 10.25. Tensione pre gara? Il Garmin fa fatica a trovare i satelliti forse la copertura nuvolosa, il freddo, la neve ma impiegherà circa 10 minuti. Pronti e via.
GARA ASHDOWN FOREST
Classificato 50° su 123° arrivati e 5 ritirati
Distanza dichiarata 8,7 km disl 390 15 punti
Effettivamente fatta 11,11 km disl 630
tempo gara 74.13 tempo vincitore 51.10
ritmo medio 6.41
Fbm 166
Lanterna 1
Non mi arrischio a scendere ad azimut e così tengo la sinistra fino al fiumiciattolo. Sono solo un po’ troppo alto, ma la trovo.
L2 Azimut e sono un pò corto anche per via di quelle strisciate di giallo che sembrano sentieri, ma non lo sono. (forse piste da fondo o taglia fuoco?)
L3 Recinto e poi in curva di livello
L4 Trovo un bosco fitto di piante che mi manda un po in confusione e così invece di andare giù dritto, aggiro il tutto seguendo i sentieri e le strade.
L5 In un primo momento non rischio l’azimut, ma in pochissimo mi trovo alla palude e alla buca d’acqua e così sono alla mia lanterna.
L6 Costeggio il prato e poi curva di livello
L7 Non ho voglia di scendere e poi risalire e così aggiro l’avvallamento, striscia gialla, ristoro e poi ancora striscia gialla fino a quasi al punto. Un rovo mi attanaglia i piedi e finisco a pelle d’orso sulla stradina di sassi davanti ad una spaventata signora con il cane. Risultato: due belle botte ai polsi e ai gomiti che sanguinano (verifico anche il costato ma niente)
L8 è subito li
L9 Percorso obbligato
L10 Ho già studiato la tratta precedentemente, ma sono così veloce nel correre che in un attimo sono nel prato giallo che mi porta al fiume, ma non lo riconosco e così faccio un pezzo di strada in più. Invece di scendere alla strada, procedo ad azimut effettuo l’attraversamento del fiumiciattolo per poi salire alla lanterna.
L11 Non vedo la scelta sulla strada e proseguo fino al giallino: maledetto sono rovi bassi e rododendri. Che fatica! In più vado prima sul muretto di terra precedente e basso.
L12 Discesa a razzo nella palude dove continuo a sprofondare fino al ginocchio e l’acqua è freddissima
L13 Altro tratto di costa nel giallo dove le forze si riducono sensibilmente
L 14 ultimo pezzo in salita e la palude si è allargata a dismisura
L 15 è li
E poi l’arrivo nel desolato campo di neve.
Tutto sommato sono soddisfatto della mia gara: sicuramente alcune scelte sono state troppo conservative e prudenti. Visto che leggevo bene la cartina e arrivavo sempre preciso sui punti: avrei potuto rischiare di più. Il freddo, l’acqua incessante, mista a neve, il vento non mi hanno certo aiutato: non vedevo l’ora di arrivare in auto.
Foto gara
14 anni fa
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